Translate My Blog

In fondo la mia vita è la storia dei tentativi che ho fatto di tenere i piedi per terra senza mai smettere di alzare gli occhi al cielo.

M.G

mercoledì 13 giugno 2012

Scappare...


A volte sento l'esigenza estrema di andare via, lontano.
Di rifugiarmi in un posto sperduto.
Di non tornare più.
Perchè quando hai un problema o semplicemente un pensiero che ti tormenta senza lasciarti neanche il tempo di respirare, una delle soluzioni che ti vengono in mente è la fuga.
Una soluzione, certo!! 
La più semplice, la più indolore... 
Ma non la più efficace, e neanche la più giusta.

IO non sono mai stata una che scappa, mi sono sempre considerata una condottiera.
Una che si rimbocca le maniche e va alla ricerca della giusta soluzione.
Una che ha affrontato così tanti casini nella vita che adesso è piena di graffi e cicatrici.
Una che ha vissuto davvero.

Ultimamente però sono presa da così tante cose che la mia parte codarda sta prevalendo.
Mi sento troppo debole per infilare i guantoni, e così preferisco uscire dal ring.

Mi viene voglia di fare i bagagli, e chi si è visto si è visto!!

Perchè spesso è difficile combattere i propri fantasmi, soprattutto se 
si presentano tutti contemporaneamente.
E ti senti sommerso. 
Privo di energie.
Privo di forza di volontà.
Vuoto.

Ho paura.
Paura che per quanti sforzi io faccia, questa volta non riuscirò a risolvere i miei problemi.
E allora mi passa la voglia di sforzarmi, e di combattere.

Quindi provo ad  ignorare la situazione che mi causa disagio. 
Sperando che prima o poi le cose vadano a posto da sole.

Ma nella vita nessuno ti regala niente, devi sudare per guadagnarti anche la vittoria 
più banale e scontata.
Pensare che i problemi non esistano non li fa scomparire davvero.
Perchè loro restano lì, ti aspettano.
E poi si ripresentano quando meno te lo aspetti.
Finisci per sbatterci contro e non essere preparato all'impatto.

Quindi, a cosa serve davvero scappare?!

A niente di buono...
Bisognerebbe provare ad armarsi di una briciola di coraggio, di una briciola di follia 
e decidere di restare.
Di affrontare la situazione.
Di combattere.
Di incassare i colpi, di cadere a terra e di provare a rialzarsi.
Perchè alla fine, nessuno sforzo è mai vano.

La realtà resta lì, anche se non vogliamo, anche se ci rifiutiamo di accettarlo.
Niente cambia se non siamo noi a farlo cambiare.

Quindi, per quanto mi riguarda, credo proprio che riprenderò i miei vecchi guantoni lacerati.

Bene vita, diamo inizio al primo round!!!



domenica 10 giugno 2012

Photograph & Delirium


Le fotografie... 
Quanti ricordi si celano dentro un piccolo pezzo di carta lucida.
Frammenti della nostra vita, immortalati per non dimenticare.
Ma la foto di cui parlo è una che reputavo insulsa, e che ha acquisito valore grazie al tempo.
Un pò come un buon vino che migliora invecchiando.


La NOSTRA FOTO è invecchiata.
L'effetto alcolico che mi provocavi è lo stesso di sempre.


Qualche giorno fa l'ho rivista.
Sul cellulare di N. c'era la nostra foto.
Quella che ci ha rubato al bar, mentre io ti abbracciavo. Con gli occhi bassi.
Quella in cui tu mi guardavi di sbieco.
E cercavi i miei occhi tra la massa di riccioli che mi copriva il viso.
Le mani che si sfioravano.
Il tuo sorriso appena pronunciato, per non guastare l'aria da bello e dannato che ti circonda.
Un tavolino. 
E tante persone che non ricordavo neppure ci fossero insieme a noi.


Ho sempre sostenuto che quella foto fosse orribile... 
"Cancellala!! - dissi ad N.- sono venuta malissimo".
Ma N. la nostra foto non la cancellò, e adesso posso ringraziarlo di tutto cuore per aver prestato poca attenzione alla mia vanità.


Qualche giorno fa N. è venuto a casa mia e a me è venuta la voglia di rivedere la nostra foto.
Per ricordarmi un pò di te e di me.
Così ho preso il suo telefono, ho aperto la "galleria immagini" e l'ho cercata.


Eccola lì.
E sarà che mi manchi, ma mi è sembrata una foto bellissima.
La mia vanità sparita di colpo.
Il ricordo di quella serata è stato più forte.


E la guardavo quella foto.


Io e te seduti al tavolino. Immobili.
Tutti che parlano, ridono, si divertono. Tante facce inutili e di contorno
Solo Io e te congelati in quell'abbraccio.
Che a distanza di mesi che non ti vedo, mi sembra un gesto vitale.
E non riesco più a farne a meno.


E' bastata una fotografia per darmi l'ennesima conferma che tu per me sei importante.
Che io cento serate come quella vorrei riviverle all'istante.
Che voglio rivivere te e tutto quello che insieme eravamo.
Che non siamo mai stati nulla più che una coppia di amici un pò strani.
Di quelli che si raccontavano tutto, ma che non si dicevano mai ti voglio bene.
Di quelli che parlavano fino al mattino, ma che si nascondevano dal mondo.
Di quelli che non capiscono cosa sono, ma che amici non sono davvero.


Voglio rivederti... 
E' una necessità che non posso più rimandare.


Mi è bastata una foto, una sola foto per capire che sono stanca di fingere.
Ho bisogno di te...

mercoledì 6 giugno 2012

La notte

Ed eccomi qui, a scrivere un bel post notturno dal mio cellulare, perchè di dormire non è ancora giunta l'ora.
Lascerò che le mani si facciano guidare dal flusso dei miei pensieri. E vediamo cosa ne uscirà...

Sono nel mio letto.
Le 00.08, ho appena visto l'ora.
So già che sarà un'altra notte in bianco.
La stanza è al buio.
È silenziosa.
L'unico rumore che sento è quello dei miei pensieri.
È troppo forte. Mi disturba.
Mi giro e mi rigiro, ignorandolo.
Cercando di trovare una posizione che mi porti in fretta tra le braccia di Morfeo.
Ma quell'odioso rumore è sempre nella mia testa, e non accenna ad andar via.
Decido di provare ad ascoltarlo per sapere cosa vuole da me.
Immagini, suoni, ricordi, profumi, emozioni. C'è di tutto nella mia testa.
Mi lascio andare.
Guardo il soffitto della mia stanza, e all'improvviso le pareti si frantumano.

Sono in macchina con lui. E lo guardo.
Gli occhi più scuri del petrolio.
Profondi e magnetici.
Mi sorride con un'aria beffarda.
La sua aria sicura mi infastidisce quasi.
L'aria di uno che non ha bisogno di niente. Che è completo di suo.
Povera me, essere fragile e Incompleto confronto a lui.
Lui che coi suoi mille difetti è perfetto.
Lo guardo più intensamente, e come per magia mi sento appagata.
Riempita dalla sua presenza.
Si accende una sigaretta. Mi guarda.
"Come sei stata in questi mesi?"
"Bene" e mi volto a guardare il finestrino nella speranza che non veda i miei occhi bugiardi.
Mi prende il viso con una mano. Delicatamente mi costringe a voltarmi.
Lo guardo.
"Come sei stata in questi mesi?" la voce rilassata.
"Bene" e intanto tremo.
Getta via la sigaretta. Una piccola scintilla brilla nel buio della notte.
Fa un leggero volteggio nell'aria e cade sull'asfalto.
"Mi sei mancata" la voce dolce, gli occhi velati di malinconia.
Non so che rispondere. Sto tremando. Il mio corpo risponde da sè.
Mi avvicino a lui. Il cuore rimbomba.
Inclina il capo verso il mio viso.
Ho un sussulto.
Spalanco gli occhi.
Lui è sparito...


Ore 00.29.
Le lenzuola fredde mi riportano alla realtà.
Non voglio.
Guardo nuovamente il soffitto.
È tutto sparito.
Lui, la macchina, i suoi occhi. Tutto!
Ed io, invece, continuo a tremare.
Mi giro di nuovo nel letto freddo.
Chiudo gli occhi.
Spero che la notte mi faccia lentamente scivolare in quella macchina.
Almeno un'altra volta.
Voglio rivedere i suoi occhi.
Erano così reali... Infiniti...
Voglio abbandonarmi ai miei pensieri.
Ma adesso, non fanno più rumore.
Ritorno a guardare il soffitto buio nella speranza di ritrovarlo.
Se c'è una cosa che amo delle mie notti in bianco è che mi portano a lui.
Mi danno quello che la realtà adesso non mi Sa dare.
Anche se mi lasciano tanta amarezza, ma non m'importa.
Voglio ritornare a sognare. Nella speranza che lui possa diventare reale.
Chissà quando nella realtà le nostre strade si incroceranno ancora.
Ore 00.38.
Guardo ancora il soffitto.
Chiudo gli occhi.
Penso se quelle frasi me le dicesse davvero.
Un brivido lungo la schiena mi ghiaccia.
Il mio cuore intanto ribolle.
So che non capiterà mai.
Che strana la nostra "amicizia", così profonda ed evanescente.
Ma stasera davvero non m'importa, lo giuro.
Voglio far finta di nulla.
Eliminare la distanza che inspiegabilmente ci separa.
Voglio rivederti.
E dirti che mi manchi.
Mi manchi davvero...

Mi abbandono nuovamente alla notte.
Spero tanto che mi riporti da te!

lunedì 4 giugno 2012

Quasi amici



Due anni fa ho conosciuto un ragazzo.
Lui era fidanzato da due anni e io da qualche mese.
Quando uscivamo in comitiva scambiavamo poche chiacchiere, giusto qualche frase di circostanza, qualche battuta, e nulla più.
Il nostro livello di confidenza era pari a zero.
All'improvviso la sua ragazza lo mollò, fu un fulmine a ciel sereno.
Lui cadde in una specie di "depressione".
Usciva, beveva, parlava poco.
Io mi avvicinai a lui quasi per caso. Odiavo quello che stava passando.
E quasi per caso, quasi per sbaglio, ci siamo avvicinati sempre di più.
Messaggi, chiacchierate profonde, qualche telefonata, qualche uscita di gruppo in cui gli altri scomparivano, e c'eravamo solo noi due.
Un'amicizia più assurda che strana!
Lui conobbe il mio ragazzo (il mio attuale ex) e io cominciai a parlargli dei miei problemi di coppia, dei miei desideri, della mia vita.
In poco tempo, e non so neanche spiegare come, diventammo quasi due confidenti.
Quel ragazzo, quello con cui sentivo di non avere nulla in comune, era diventata la persona con cui sentivo di avere maggiore affinità.
Mi sentivo quasi male per questo. Non so perchè.
Ci sono state lunghe chiacchierate notturne, in cui  ci nascondevamo dal resto del mondo, e in macchina parlavamo di tutto e di più.
Incontri che duravano fino al mattino. Incontri che sembravano sempre troppo veloci.
Lui per me c'era sempre, così come io per lui.
Non nascondo, seppur vergognandomene, che tra noi c'è sempre stata attrazione.
Ma io, fidanzata, non mi sono mai azzardata a oltrepassare il confine. E lui mi ha sempre dimostrato il massimo rispetto.
Seppure i milioni di problemi col mio ragazzo, la nostra storia stabile ma fragile, le mille opportunità che col mio "amico" mi si aprivano, sono sempre stata fedele!
La scorsa estate ci siamo allontanati. Lui ha avuto una storia con una ragazza. Una storiella estiva, trascinata fino all'inverno e finita subito, o quasi, nel dimenticatoio.
E dopo mesi che non lo vedevo. Dopo mesi che non lo sentivo. Dopo mesi che le nostre vite avevano percorso strade diverse, ci siamo ritrovati.
Una sera mi mandò un messaggio. Uno di quelli inaspettati, amichevoli, che mi spiazzò completamente.
Era nuovamente lì, dopo mesi di silenzio, che voleva rientrare nella mia vita.
Ed io, stupida come non mai, gliene diedi l'opportunità.
Ci sono state ancora chiacchierate come un tempo, conversazioni intime in cui ci siamo detti che era stato brutto stare lontani (anche se non ci siamo chiariti il perchè), che avevamo sbagliato a comportarci così, perchè in fondo eravamo amici. E in fondo stavamo bene insieme.

Nel frattempo la mia storia era finita. Anche io, come il mio "amico" fui lasciata all'improvviso.
Sapevo che prima o poi sarebbe finita, perchè eravamo troppo diversi (e il mio amico me lo diceva) ma io non riuscivo a rassegnarmi. Perchè quando si ama si sopporta davvero l'insopportabile.

Alla fine della mia storia il mio amico era lì, dove io volevo che fosse.
Pronto a sorreggermi, ad aiutarmi, a farmi ragionare.
Ed io in sua compagnia ero serena. Persino felice.
Dicevo a lui ed a me stessa che era un bene non soffrire più. Che mi sentivo libera.
E poi, quando mi riaccompagnava a casa piangevo. Perchè io il mio ragazzo lo amavo davvero.
All'improvviso, il mio "amico" è scomparso nel nulla.
Proprio come la prima volta.
Nessun messaggio, nessuna chiamata. Niente.
Ha anche ignorato qualche mio tentativo di risentirlo.
E mi è sembrato troppo sopportare anche questo!!!
Dovevo ancora riprendermi dalla fine della mia storia.
Mi ha lasciata anche lui, senza alcuna motivazione evidente.
Non ho più avuto il coraggio di cercarlo.
Mi sono sentita tradita, e ho sentito l'esigenza di protteggere il mio cuore da una nuova delusione.
Perchè eravamo "amici" , ma la sua assenza improvvisa mi ha ferita nel profondo, e mi ha fatto sanguinare parecchio.

Adesso che finalmente sento di aver ritrovato me stessa, lui non c'è.
Ed io non so che fare.
So solo che sento l'esigenza di riaverlo nella mia vita.
Ma non so come riprendermelo....

Dicevamo a noi stessi di essere amici, ma ora non so quanto di vero ci fosse in quella frase...